Come abbiamo avuto modo di approfondire nelle puntate precedenti del nostro Cloud Computing Project, la tecnologia cloud contempla un’offerta di servizi molto estesa, un’applicabilità altrettanto ampia e, soprattutto, differenti modalità di utilizzo. Il percorso di adoption, il cosiddetto Cloud Journey, può richiedere più o meno tempo e risorse, in funzione del proprio livello di esperienza e di maturità digitale. Soprattutto nelle prime fasi, è consigliato un approccio graduale, così da acquisire step by step la dimestichezza con le tecnologie, le metodologie e i processi che caratterizzano il cloud computing.
Gli step, le fasi che è necessario affrontare nel percorso di transizione al cloud sono delle vere e proprie tappe di un viaggio che si pone degli obiettivi non solo pratici e concreti per lo sviluppo del business, ma anche culturali, per allineare l’organizzazione verso nuove competenze, nuovi ruoli e nuove responsabilità.
Una volta che la migrazione verso il cloud è stata completata, i vantaggi sono immediatamente significativi: flessibilità, scalabilità, riduzione dei costi operativi e accesso a servizi altamente performanti. Tuttavia, per massimizzare i benefici del cloud, è essenziale adottare una strategia di sviluppo puntuale, che richiede analisi e valutazioni strutturate.
Nei successivi paragrafi approfondiremo alcune delle principali strategie di transizione al cloud, con un’attenzione particolare ai concetti di Lift & Shift, Replatforming, Refactoring e Repurchase. Comincia subito il tuo cloud journey!
Cloud Journey: le principali strategie
Lift & Shift: la migrazione “base”
La strategia di “Lift & Shift” è spesso la prima tappa nella transizione al cloud. Questo approccio comporta il trasferimento delle applicazioni e dei dati esistenti da un ambiente on-premises o legacy direttamente su una piattaforma cloud: un processo che può sembrare relativamente semplice, ma che, in realtà, richiede una pianificazione strutturata.
L’obiettivo principale del Lift & Shift è ottenere una migrazione rapida e senza interruzioni. Se è vero che un’azienda può beneficiare di massima flessibilità in termini di risorse hardware, il limite di questa strategia è che non permette di avvalersi totalmente di potenzialità del cloud molto significative quali la scalabilità automatica e la gestione semplificata delle risorse. Spesso, infatti, le applicazioni vengono trasportate su macchine virtuali (VM) simili a quelle on-premises, mentre i servizi cloud vengono sfruttati solo in parte.
Inoltre, è sempre fondamentale considerare che rispetto agli scenari on-premises, il contesto cloud richiede un’analisi approfondita delle performance e un uso attento delle risorse: è sempre strategico utilizzare le risorse solo quando e per quanto necessario, evitando di sovradimensionare inutilmente le specifiche dei workload.
Un ulteriore vantaggio della migrazione “lift and shift” è la possibilità di passare da un modello CapEx ad uno OpEx. La scelta di migrare verso soluzioni cloud ha già consentito a tante aziende di ridurre o persino eliminare le spese di acquisto dell’hardware e tutti i relativi costi che ne derivano, come quelli di gestione delle infrastrutture fisiche, della manutenzione, fino alle spese legate allo smaltimento.
Il Lift & Shift può essere quindi un punto di partenza utile, ma spesso è solo il primo passo di un processo di migrazione più ampio. Le aziende dovrebbero pianificare un’evoluzione progressiva e strutturata dell’infrastruttura cloud, una volta completato il processo di migrazione iniziale. Il solo “rehost” non consente mai di sfruttare appieno i vantaggi per cui è nota la tecnologia Cloud.
Replatforming: ottimizzazione per il cloud
Il “Replatforming” è una strategia intermedia che combina elementi di Lift & Shift con alcune ottimizzazioni per il cloud. In questa fase, le applicazioni vengono adattate per sfruttare i servizi cloud nativi, come l’object storage, i database gestiti in modalità PaaS e i servizi di load balancer.
Questa strategia consente di migliorare l’efficienza operativa e la scalabilità delle applicazioni, senza intervenire con una riscrittura completa del codice: un intervento che non sempre è necessario, oppure non sono disponibili sufficienti risorse, soprattutto in termini di tempo.
Un aspetto chiave del Replatforming è sicuramente l‘ottimizzazione delle risorse cloud. Questo si traduce nell’utilizzo delle dimensioni corrette delle macchine virtuali e dei servizi di monitoraggio avanzati, ma anche nell’implementazione di politiche di autoscaling. Ecco perché questa strategia contribuisce a ridurre i costi operativi, rispetto all’esecuzione di macchine virtuali tradizionali.
Refactoring: la riscrittura per il cloud
La strategia di “Refactoring” rappresenta il livello più avanzato di migrazione al cloud. In questa fase, le applicazioni vengono completamente riscritte o ridisegnate per sfruttare appieno i servizi cloud nativi.
Questo richiede una comprensione approfondita dell’architettura delle applicazioni e spesso comporta un investimento significativo in termini di tempo e risorse. Tuttavia, il Refactoring può portare a benefici considerevoli. Le applicazioni diventano altamente scalabili, resilienti e possono sfruttare al massimo i servizi avanzati offerti dalla piattaforma cloud come le più recenti Serverless o le tecnologie a microservizi Cloud Native (Kubernetes).
L’ approccio Refactoring è particolarmente indicato quando si cerca di innovare o rivoluzionare il modo in cui le applicazioni operano. Per esempio, una società potrebbe decidere di riscrivere un’applicazione monolitica come una serie di microservizi distribuiti per sfruttare al massimo la scalabilità e la resilienza del cloud.
Il Refactoring richiede una pianificazione dettagliata e un forte impegno da parte del team di sviluppo. Tuttavia, può portare a benefici a lungo termine in termini di prestazioni, scalabilità, operation e flessibilità.
Repurchase: l’adozione di software cloud
La strategia di “Repurchase” coinvolge l’adozione di software cloud per sostituire applicazioni esistenti. Questo può essere una scelta efficace quando ci sono soluzioni equivalenti o superiori disponibili, come servizi gestiti sul cloud. Ad esempio, molte aziende stanno adottando soluzioni SaaS (Software as a Service) per la gestione delle risorse umane, la contabilità o la collaboration.
Repurchase può semplificare notevolmente l’IT aziendale, riducendo la necessità di gestire e mantenere applicazioni personalizzate o legacy. Tuttavia, è importante valutare attentamente le opzioni disponibili e considerare le esigenze specifiche dell’azienda, prima di adottare questa strategia. In alcuni casi, potrebbe essere necessario personalizzare ulteriormente il software cloud SaaS per soddisfare i requisiti unici dei vari processi aziendali.
Strategie: Riepilogo & Confronto
Nei seguenti grafici riportiamo le strategie sopra descritte evidenziando gli impatti (in figura 1) e i benefici (in figura 2) di ogni approccio.
Cloud adoption con Lantech Longwave
Al netto di piattaforme e strategie, la collaborazione con un partner accreditato è cruciale per intraprendere un Cloud Journey efficace.
Con il supporto di un team certificato e aggiornato su tendenze e tecnologie in ambito cloud, si può definire la migliore strategia di migrazione strutturata, rispondendo alle esigenze specifiche e pianificando una transizione in linea con gli obiettivi.
La collaborazione con i maggiori vendor internazionali ci consente di fornire non solo competenze specializzate, ma anche strumenti specifici per automatizzare e semplificare la migrazione, garantendo l’ottimizzazione e l’efficienza delle risorse cloud in totale sicurezza e conformità.
La transizione al cloud è un passo inevitabile per le aziende moderne. Pianificare ed eseguire una migrazione attenta e strutturata permette di sfruttare appieno le potenzialità del cloud, portando realtà organizzative di qualsiasi dimensione verso un futuro più competitivo.
TORNA ALLA PUNTATA PRECEDENTE: IL CLOUD IN AWS
VAI ALLA PUNTATA SUCCESSIVA: CLOUD NATIVE